Gallipoli - la sua storia

Si ritiene che nome della città di Gallipoli deriverebbe dal greco classico Καλλίπολις (Kallípolis), che letteralmente significa “bella città”. Prima della nascita di Cristo, Gallipoli fece parte della Magna Grecia, diventando, ben presto, colonia romana. In questo periodo la città bella divenne un importante centro militare.
Successivamente, durante il Medioevo, fu in più occasioni occupata e saccheggiata dai barbari.
Ricostruita dai bizantini, visse una fase di prosperità soprattutto grazie alla collocazione geografica, posta nel Golfo di Taranto proprio di fronte alle coste calabresi.
Nell’XI secolo, fu occupata dai Normanni riconoscendo come sovrano Tancredi di Lecce e, alla morte di questi, Enrico VI di Svevia ed infine il di lui figlio Federico II di Svevia. In questo periodo Gallipoli visse un periodo di benessere e prestigio grazie alla forte crescita delle attività portuali ed alle abilità marinaresche dei suoi abitanti, divenendo uno snodo importante nei commerci nel Mare Jonio.
Tra il 1266 ed il 1269 la città, che non volle sottomettersi spontaneamente agli Angioini, subì un duro assedio fino alla capitolazione finale in cui furono trucidati gli ultimi rappresentanti della resistenza Sveva.
La ricostruzione della città ebbe inizio probabilmente intorno al 1327 e nel 1414 la città riceve dai regnanti una serie di privilegi, fra i quali il diritto di “zecca di pesi e misure”, testimonianza di un nuovo impulso commerciale della città. Sono di questo periodo infatti le prime relazioni commerciali documentate fra Gallipoli e Venezia dove si comincia ad esportare grano e vino.
Il 16 maggio 1484 apparve al largo della rada di Gallipoli una flotta di navi da guerra venete. I veneziani fecero sbarcare 7000 soldati destinati ad assediare la città via terra e, nonostante la tenace difesa dei gallipolini, la città fu espugnata e, ancora una volta, devastata. In soccorso della città, ma con ben tre mesi di ritardo, accorse Federico d’Aragona con le sue navi. Gallipoli, così, torno nuovamente sotto il dominio degli aragonesi.
La lunga guerra fra spagnoli e francesi per il dominio nel regno di Napoli, dell’inizio del XVI secolo, ebbe uno dei suoi scenari anche a Gallipoli che, con i suoi abitanti, si schierò apertamente con gli spagnoli.
Successivamente, con i Borboni, entrò a far parte del Regno di Napoli e, in questo periodo, furono costruite molte infrastrutture ed ampliate importanti opere strategiche per la città. In particolare, il porto divenne, nel giro di due secoli, la base nel Mediterraneo più importante per i commerci dell’olio di oliva lampante.
A Gallipoli si insediarono ambasciate di alcuni Paesi europei. Il commercio dell’olio, quotato in borsa a Londra, proveniente da tutto il circondario e imbarcato a Gallipoli, diede un impulso economico e architettonico straordinario alla città. Di questo periodo sono la gran parte delle chiese e dei palazzi
signorili della città, concreta dimostrazione del periodo di benessere.
Nell’agosto del 1809, nell’ambito delle guerre napoleoniche, Gallipoli subì il blocco navale della marina militare inglese. Il blocco sfociò in un vero e proprio attacco degli inglesi, che iniziarono a cannoneggiare le mura ed il castello. Le navi inglesi spararono oltre 700 colpi di cannone contro la città, senza però riuscire a conquistarla. Il blocco navale inglese ai danni del Regno di Napoli durante il periodo murattiano portò all’interruzione dei commerci che alimentavano Gallipoli e ad un momento di crisi profonda.
Al ritorno dei dinasti Borbone, nel 1816, i traffici commerciali della città ripresero intensamente e continuarono ininterrottamente fino a quasi la fine del secolo.
Gallipoli, nei primi 10 anni dopo l’unità d’Italia, divenne, insieme a moltissimi altri paesi del Salento, sede di quello che gli storici del Risorgimento hanno definito “Brigantaggio”, mentre l’esclusiva per il commercio dell’olio fu progressivamente assegnata a società genovesi e toscane e sottratte al controllo delle case commerciali locali.
La progressiva crisi del settore, avvenuta poi sul finire del secolo a causa dell’avvento di combustibili diversi e dell’energia elettrica, causò una ulteriore crisi profonda della città che perdurerà fino alla fine della seconda guerra mondiale.
Nel secondo dopoguerra Gallipoli ritroverà lentamente la sua antica vocazione commerciale e soprattutto una nuova vocazione con l’avvento del turismo di massa negli anni ’60 e ’70 del XX secolo, diventando progressivamente una delle mete turistiche più apprezzate d’Italia.